Quando e quali misure adottare per rafforzare il capitale?

Il fine principale di un’azienda è quello di soddisfare, nel medio termine, le attese di remunerazione di coloro che, per diversi motivi, gravitano attorno ad essa.

Per raggiungere i propri scopi l’azienda deve adottare una politica di produzione efficace ed equilibrata, investire in innovazione e sviluppo, promuovere i propri prodotti nel mercato nazionale e nel mercato estero. Ma per fare tutto ciò essa deve avere mezzi sufficienti a iniziare e proseguire nel migliore dei modi l’avventura imprenditoriale. In breve le occorre un capitale che deve essere protetto e se possibile implementato.

Occorre quindi che l’impresa abbia una gestione reddituale in cui i ricavi coprano adeguatamente i costi derivanti dall’acquisizione dei fattori di produzione ed una gestione patrimoniale in cui vengano combinati in maniera ottimale gli investimenti e le fonti di finanziamento.

Il suggerimento che si potrebbe dare all’imprenditore (e ribadisco “si potrebbe” perché qui il condizionale è d’obbligo, in special modo quando il capitale è poco o insufficiente) è di lavorare sulla redditività e quindi sul cash flow. Ma la maggior parte degli imprenditori probabilmente risponderebbe che, in periodi di crisi come quello che stiamo attraversando, di denaro all’impresa ne rimane (se ne rimane) ben poco, mettendo in pericolo la “sopravvivenza” stessa del capitale.

Sostenere la competitività delle PMI è quindi indispensabile per crescere e ritornare a competere.

Ma quali misure adottare per rafforzare il capitale delle imprese e in particolare delle PMI?

La risposta è ovvia ma non banale: occorre mettere in atto immediatamente politiche di “sburocraticizzazione” delle procedure di produzione e di esportazione, e agevolare e promuovere il “born in Italy” a dispetto del “made in Italy”.

Utile (se non indispensabile) sarebbe cancellare dalle “liste nere” le posizioni debitorie in “incaglio” delle aziende intrinsecamente sane che dimostrano concreta volontà di rientro in termini ragionevoli (per l’imprenditore).

Salvatore Marano di SVS.Impresa

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